Una storica libreria di quartiere si trova ora al centro di una difficile battaglia per la propria sopravvivenza, minacciata da un improvviso e sostanziale aumento del canone d'affitto. Questa situazione riflette una preoccupante tendenza che, negli ultimi anni, ha coinvolto molte attività culturali indipendenti nelle principali città italiane, mettendo a rischio punti di riferimento preziosi per residenti e amanti della lettura.
Il proprietario della libreria, Marco Bernardi, ha deciso di reagire a questa crisi non solo tentando una negoziazione con la proprietà dei muri, ma anche coinvolgendo la comunità che da sempre sostiene il negozio. «Non ci arrendiamo senza lottare. Questa libreria è casa per molti e simbolo di resistenza culturale», racconta Marco, visibilmente emozionato.
La libreria è da decenni un punto fermo per il quartiere, riconosciuta non soltanto per il vasto catalogo di libri ma anche per le numerose iniziative culturali ospitate tra le sue mura. Presentazioni di libri, laboratori per bambini, incontri con autori emergenti: tutto questo rischia di sparire qualora la libreria dovesse chiudere le proprie porte.
Secondo dati recenti diffusi dal Sindacato Librerie Italiane, negli ultimi dieci anni sono quasi duemila i piccoli negozi di libri scomparsi sul territorio nazionale, soprattutto a causa dell’aumento insostenibile degli affitti commerciali. La situazione fotografata in questo quartiere si inserisce dunque in un contesto più ampio e allarmante a livello nazionale.
Per attirare attenzione e sostegno, Marco ha lanciato una petizione online che ha già raccolto in pochi giorni oltre duemila firme. «Non si tratta solo di salvare un negozio», si legge nella presentazione della campagna, «ma di difendere un luogo di aggregazione, conoscenza e memoria condivisa.» Molti residenti hanno lasciato messaggi di supporto commoventi.
Anche le istituzioni locali sono state chiamate in causa. Alcuni consiglieri di zona hanno proposto una mozione affinché il Comune possa intervenire almeno con una mediazione tra le parti. C’è chi suggerisce inoltre di istituire incentivi fiscali e contributi specifici per gli esercizi culturali, ritenuti essenziali per il tessuto sociale urbano.
Tra coloro che sostengono la battaglia della libreria vi sono anche personalità del mondo culturale. La scrittrice Giulia Verdi, ad esempio, intervenuta a una recente manifestazione di fronte alla libreria, ha sottolineato: «Difendere queste realtà significa proteggere la pluralità delle idee e la possibilità di accesso democratico alla cultura.»
Non mancano però le difficoltà. Il proprietario dell’immobile, infatti, motiva l’aumento dell’affitto citando l’adeguamento ai prezzi di mercato e le necessità di gestione degli immobili stessi. «Capisco l’importanza culturale della libreria, ma anche i nostri costi sono aumentati», afferma la proprietà, aprendo a un possibile dialogo ma senza promesse.
Nel frattempo, la libreria continua la sua attività quotidiana con ancora più determinazione. Le iniziative non si sono fermate e, anzi, molti eventi sono diventati occasioni per aggiornare la comunità sull’andamento della petizione e sulle azioni in corso. La speranza è che il coinvolgimento dei cittadini possa fare la differenza.
Secondo uno studio dell’Associazione Librai Italiani, la presenza di librerie di quartiere ha effetti positivi anche sulla sicurezza urbana e sulla coesione sociale. Dove esistono luoghi di aggregazione culturale, si registra infatti una partecipazione civica più attiva e una migliore qualità della vita rispetto ad aree prive di questi servizi.
La storia di questa libreria si intreccia così con quella di moltissime altre realtà che compongono il ricco mosaico culturale delle città italiane. A fronte della minaccia di chiusure, emergono testimonianze di affetto e mobilitazione, segno che la difesa delle librerie indipendenti è un tema sentito e condiviso.
Il futuro della libreria resta incerto, ma la mobilitazione in corso dimostra la forza della comunità e la volontà di non perdere un simbolo prezioso. Qualunque sia l’esito, questa vicenda solleva domande importanti sul valore che la società attribuisce alla cultura e sulla necessità di tutelare i luoghi che ne sono custodi.

